THE BOYS ha ottenuto in questi ultimi mesi una rinnovata popolarità grazie alla serie tv prodotta da Prime Video di Amazon. In molti hanno scoperto così anche la serie a fumetti creata da Garth Ennis.
In molti, probabilmente, hanno semplicemente scoperto per la prima volta lo stesso Ennis. I lettori di fumetti, invece, sanno benissimo, e da tempo, quanto sia geniale, innovativo e versatile l’autore irlandese. Ma alcuni potrebbero non avere ancora letto l’irriverente graphic novel che, per primo, ha iniziato a decostruire l’immagine del supereroe integerrimo al servizio della comunità, proprio come accade in THE BOYS.
Stiamo parlando di PRO che saldaPress riporta in libreria e in fumetteria in edizione cartonata di grande formato, come dimostra il titolo completo della nuova versione: PRO – EDIZIONE XXXL (pagg. 96, euro 19,90) con la L che in copertina è minuscola, per dare risalto (non a caso) alle tre X.
La Pro è la migliore in quello che fa, anche se quello che fa spesso non è piacevole. Ad esempio, prostituirsi per raggranellare i soldi che le servono per tirare su la sua creatura. Poi, un giorno, all’improvviso, diventa il bersaglio di una scommessa extra-terrestre e all’improvviso sviluppa i superpoteri. E così viene immediatamente inclusa in un gruppo di correttissimi e integerrimi supereroi, raccolti nel supergruppo chiamato la Lega dell’Onore. Ma com’è facile immaginare, visto che la storia l’ha scritta Ennis, la Pro non è la tipa che si lascia addomesticare facilmente. Anzi, sembra nata per seminare il caos. E per far sbellicare il lettore.
PRO – EDIZIONE XXXL è un fumetto imperdibile per chi ama il fumetto, disponibile finalmente in una splendida edizione definitiva.
Dal 5 marzo in fumetteria, in libreria e nello shop online del sito saldapress.com.
Sai? Io un po’ ti invidio. Sì, tu che non hai mai letto Volt. Tu e gli altri che non avete mai letto Volt ma che magari ne avete sentito parlare qui o altrove. Ma, in fondo, invidio anche te che proprio non sai di cosa io stia parlando in questo momento. Voglio dire, invidio tutti voi che non avete mai letto Volt ma che amate i bei fumetti e che siete sempre alla ricerca di quella storia che chiudi il libro e dici “Wow! E tutto questo ben di dio dove si era nascosto finora?”
Tu e tu. E pure tu: vi invidio perché oggi finisce la seconda stagione di Volt. Che vuol dire che, uno dopo l’altro, lo squadrone (che tremare il mondo fa) formato da Stefano Conte (in arte TheSparker) e saldaPress, ha portato a casa 12 albetti che, messi uno sopra l’altro – o uno accanto all’altro, fa lo stesso: dipende solo da quanto lungo è il tavolo – fanno 2 stagioni di fumetto di qualità stratosferica. Un fumetto che fa ridere. E che racconta un mondo, cioè quello della fumetteria: di chi la gestisce, di chi la bazzica e di chi la vorrebbe rasa al suolo perché i fumetti traviano i giovani. Come i videogiochi e l’internet. Un mondo che va oltre la fumetteria e che TheSparker assemblea pezzo dopo pezzo, personaggio dopo personaggio, citazione dopo citazione. E che – l’ho già detto? – fa ridere. Il fumetto. Ma anche il mondo, visto che ogni cosa che lo popola ha le fattezze o di un animale o di un oggetto. E se non ridi per una zebra che parla con uno scolapasta, allora ti meriti che Jim Parsons ci ripensi e che te la facciano la 13° stagione di Big Bang Theory.
Insomma, guardiamoci negli occhi: io ti invidio perché oggi, che si chiude la seconda stagione di Volt (senza fare spoiler: col botto), puoi iniziare a leggerlo e, finito il primo numero, se ti piace (ma ho pochi dubbi sul fatto che ti piacerà: è fighissimo) hai subito pronto da acquistare il secondo. E poi il terzo. E via dicendo, fino al dodicesimo.
Oppure, se proprio ti scoccia fare avanti indietro dalla fumetteria o tirare scemo il postino con 12 ordini su Amazon, saldaPress ha messo insieme i pack con le stagioni complete: uno è già disponibile e l’altro lo sarà dalla settimana prossima. In alternativa? Vai sulla pagina Instagram di Volt (cerca “thesparkerz" con la zeta finale) e goditi gli episodi che TheSparker sta postando gratuitamente (è l’industria 4.0 e tu non ci puoi fare niente, baby.) .
E con me ti invidia di certo chi, innamorato di Volt, ha dovuto aspettare più di tre anni – e una periodicità bislacca di cui saldaPress e l’autore di Volt si scusano profondamente – per arrivare a leggere questa parte della storia che, quando tu la leggerai, farai “Wow! Ma questo fumetto è fighissimo. E pensare che quando l’editore lo ha scritto cinque righe qui sopra non ci avevo creduto.”.
Personalmente voglio molto bene a Volt, perché l’ho visto nascere e, numero dopo numero, crescere in qualità e in numero di fan. Ero vicinissimo quando ciò accadeva perché, oltre ad essere l’editore della serie, sì, è mio anche il ruolo ingrato di farle da editor. Cioè di avere a che fare con il suo autore, uno strano tizio lungo come una pertica che si firma TheSparker, vive in un posto che ha un nome che se lo anagrammi viene fuori una bestemmia e fatica a capire – volutamente – il significato della parola “scadenza”. E gli voglio molto bene anche perché mi ricordo benissimo quando, nel 2015, TheSparker mi parlò di un progetto che lui aveva fatto partire come autoproduzione ma che sentiva che aveva le carte in regola per diventare qualcos’altro. “Mi serve solo qualcuno che mi dia fiducia e un po’ di tempo per pianificare come conquistare il mondo e un certo numero delle femmine che lo popolano” mi pare di ricordare che abbia più o meno detto. Da allora, su quel progetto, The Sparker ci ha lavorato notte e giorno come un dannato per calibrare la risata con la trama, la gag con il racconto, le pagine da scrivere e disegnare con la vita e i continui inciampi che la fetente ci piazza sulla strada.
Che molti non se ne rendono conto, ma fare i fumetti è una roba che il tempo lo divora. Soprattutto se i fumetti vuoi farli molto bene e molto divertenti come li fa Stefano. Cioè TheSparker.
Insomma, oggi si conclude la seconda stagione di Volt. Quindi ora sta a te scegliere: puoi fidarti di me e, ignorando la regola aurea che non si chiede mai all’oste se il vino è buono, investire un paio di euro o poco più per scoprire la prossima serie a fumetti di cui ti innamorerai. Oppure… non c’è “oppure”! Non ho scritto tutta questa roba lunghissima perché ci fosse un “oppure”!
Leggi Volt: mi ringrazierai.
E ti ringrazierà TheSparker.
...e un po’ anche io.
Andrea G. Ciccarelli
direttore editoriale saldaPress (e titolare dell’ingrato ruolo di editor della serie Volt)
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Il giorno del giudizio è arrivato. No, non quello definitivo. Non è ancora arrivata la fine del mondo, almeno non per noi. Il giorno del giudizio a cui ci riferiamo riguarda VOLT.
Giovedì 20 febbraio, infatti, esce in edicola e fumetteria il sesto numero della seconda stagione della serie creata, scritta e disegnata da Stefano ‘TheSparker’ Conte e pubblicata da saldaPress. Il giovane robot che sogna di diventare fumettista dovrà vedersela con ostacoli quasi insormontabili, destinati a portarlo quasi allo sfinimento, e TheSparker tira le fila di questo roboante, divertente e illuminante ciclo di avventure che hanno messo a dura prova la sua creatura.
Come si conclude, dunque, questa stagione?
Con un numero intitolato appunto IL GIORNO DEL GIUDIZIO (pagg. 64, euro 3,30). Con una storia che è un vero e proprio pezzo di bravura di TheSparker e che pone Volt al centro di una lotta senza esclusione di colpi tra Guardiani e M.O.M.S. Cioè tra coloro che custodiscono i templi della cultura nerd (le fumetterie) e coloro le quali vogliono allontanare i loro figli da quelle che ritengono inutili e dannose fantasie.
Cosa ne scaturisce?
Come si risolve la faccenda?
Con un colpo di scena: proprio alla fine farà la sua comparsa un nuovo perfido personaggio, destinato a diventare il cuore delle prossime, irresistibili avventure di VOLT, che si conferma una della più fresche e divertenti serie a fumetti in circolazione.
IL GIORNO DEL GIUDIZIO sarà disponibile in edicola, in fumetteria, e nello shop online del sito saldapress.com a partire da giovedì 20 febbraio.
Eccoci qua: oggi esce in edicola e fumetteria il #73 di Invincible. L’ultimo della serie.
Che viaggio, gente: siamo partiti a gennaio del 2014 con un piano che non esito a definire – tranquilli, me lo dico da solo – totalmente folle e coraggiosissimo. Ovvero riportare degnamente in Italia Invincible – cioè una delle serie a fumetti che, in assoluto, noi saldatori amavamo e amiamo di più – e affiancargli tutto l’universo narrativo che, negli anni, Robert Kirkman – insieme a Cory Walker, co-creatore della serie, e Ryan Ottley che ne ha disegnato la maggior parte – gli aveva costruito attorno.
Folle e coraggiosissimo perché le precedenti edizioni di Invincible in Italia erano uscite in modo abbastanza confuso. Già questo creava un serio problema: come ripartire senza scontentare i vecchi lettori e, in parallelo, dovendo assolutamente evitare di inchiodare la serie al loro numero (numero logicamente troppo basso se la pubblicazione di Invincible da parte del suo precedente editore era stata interrotta)?
Per citare un modo di dire in voga nella politica d’altri tempi, serviva continuità nella discontinuità. E un po’ di fortuna, che quella non fa mai male.
Da qui l’idea di ripartire, con i volumi, da dove si era fermato il precedente editore (il 14esimo nella nostra edizione il… boh? nella sua perché, diciamocelo, tra numerazione e formato ridotto, aveva fatto un bel casino. I nostri volumi invece, poche balle, avrebbero rispettato formato e numerazione originali). In parallelo, avremmo ristampato i precedenti volumi, a partire dal primo (che così raggiungeva – gasp! – la sua terza edizione in Italia), con un piano di pubblicazione complessivo che trasudava, appunto, follia, coraggio e amore incondizionato per Invincible: 6 volumi il primo anno, 4 il secondo e 3 il terzo per arrivare velocemente ad avere la serie completa in libreria.
Finalmente.
E poi l’edizione in albo, quella che si conclude oggi (quella in volume si è invece conclusa a novembre di due anni fa ed è stato un evento talmente grosso – anche dal punto di vista emotivo, intendo – che è voluta venire a festeggiarla in Italia la crew al gran completo di Invincible: Kirkman, Walker e Ottley, insieme per la prima volta fuori dagli USA. Ragazzi, ancora mi commuovo se ci penso...) L’edizione in albo – che avrebbe proposto ogni mese due storie di Invincible e una tratta dalle altre serie dell’Invincible Universe, più o meno a rotazione – serviva a far conoscere il mondo di Invincible ai nuovi lettori, quelli senza i quali il progetto avrebbe rischiato seriamente di andare a gambe all’aria nel giro di poco tempo. Decidemmo che quei lettori li avremmo cercati in fumetteria – tra coloro che magari avevano sentito parlare di Invincible ma se ne erano tenuti distanti per il caos editoriale di cui sopra – e in edicola dove, sei anni fa, gli albi a fumetti di supereroi ancora resistevano. Oggi la maggior parte di quegli albi – ma non Invincible – hanno più o meno raddoppiato il prezzo di copertina e, abbandonata l’edicola, ora li trovi solo in fumetteria. E vabbè...
La frase che utilizzammo per lanciare Invincible ancora oggi mi sembra bellissima (e mi fa ancora ridere se ripenso che qualcuno – nerdacci maledetti! – riuscì a costruirci su una mezza polemica che brillava per assoluta sterilità): tornerete ad amare i supereroi.
Ed era vero: in copertina della variant del #1 c’era un sorridente Invincible in volo, dalla città verso il mare aperto. Il suo volo descriveva un arco, dall’alto verso il basso – due colonne d’acqua si alzavano al suo passaggio – e poi ancora su. I suoi pugni erano tesi e quello sinistro copriva la testata dell’albo stampata in un fighissimo blu metallico. Energia ed entusiasmo allo stato puro: era perfetta per dare il via alla serie. Come non amarla?
E da lì, sono passati sei anni. Ogni mese, come dei bravi soldatini. Senza mai saltare un’uscita. Albi pieni di fumetti grandiosi e di fantastici redazionali che, mese dopo mese, hanno coinvolto con entusiasmo i lettori di Invincible nel suo incredibile universo (fate un applauso a Mr. Masini, gente: li ha scritti tutti lui). E infilandoci in mezzo anche 6 cofanetti (con relativa variant) e una ventina di albi extra tra variant e alternative cover.
E così ora, chiunque voglia iniziare a leggere Invincible, può scegliere come farlo. In albo o in volume (poi magari dopodomani facciamo anche i compendium, eh).
Sono sincero: ancora oggi, quando devo promuovere verso qualcuno la serietà editoriale di saldaPress, il primo esempio che cito è Invincible.
Perché – sembro un disco rotto per quante volte l’ho ripetuto e continuo a ripeterlo – o le cose si fanno per bene o non vale proprio la pena farle. Soprattutto nel nostro ambito.
E con Invincible, senza falsa modestia, le abbiamo fatte nel miglior modo possibile e accontentando davvero tutti.
Ok, la smetto con le pacche sulle spalle e concludo.
È stato bellissimo. Grazie ai creatori della serie e a chi ci ha lavorato negli anni per renderla quel capolavoro che è oggi sotto gli occhi di tutti (ringraziamento magari ovvio, ma è sempre giusto ribadirlo). E a Skybound che ha creduto nel nostro piano folle ma pieno d’amore. E grazie a tutti i lettori che, insieme a noi, hanno amato Invincible e il suo universo, leggendolo e facendolo conoscere ad altri lettori. E grazie alle librerie, alle fumetterie e alle edicole che hanno fatto conoscere la serie a un numero sufficiente di persone per permetterle di stare in piedi onestamente – e gagliardamente, diciamocelo – per 6 anni. Credetemi: è tutto meno che una cosa scontata nell’ambito in cui lavoriamo noi.
E ora, per citare Terra in III di copertina dell’ultimo numero, dove andiamo? Be’ ora aspettiamo trepidanti che arrivino il film e la serie animata di Invincible e che contagiano irrimediabilmente – come è successo a tutti noi con il fumetto – il pubblico di cinema e TV. (Non ditelo in giro ma – lo dico piano – pare che non ci sarà da aspettare troppo per avere qualche notizia su uno dei due progetti. E che notizia!). E poi si vedrà.
Intanto ancora grazie per aver letto fino a qui (anche questo lunghissimo post, intendo) e, se vi va, dite la vostra qui sotto sul finale di Invincible.
Andrea G. Ciccarelli, direttore editoriale saldaPress